La nostra storia

 

L’Università Internazionale della Pace “Giorgio La Pira” – UDP – nasce nel 1982 con lo scopo principale di organizzare corsi di formazione specializzati per volontari in partenza per i PVS.

 

Dopo un periodo di stasi, riparte nel 2009, con uno Statuto aggiornato, che si propone di servire la causa della Pace nel mondo cercando di offrire strumenti e contributi per rimuovere le cause e le strutture dell’ingiustizia e della violenza; 

 

L’UDP vuole costituirsi come “luogo” permanente di attenzione e solidarietà con quelle popolazioni e gruppi sociali che patiscono le conseguenze di ogni ordinamento ingiusto; 

 

Vuole favorire l’aggregazione e l’impegno di tutti gli operatori che, intendono offrire un loro contributo per una attività di ricerca, documentazione, informazione, formazione a servizio di quanto possono e vogliono beneficiare per collaborare alla “liberazione” dell’uomo; 

 

Infine di organizzare programmi di incontri di informazione e formazione, scambi e ricerca, seminari, convegni e corsi residenziali; promuovere alcune meritorie iniziative tra cui il “Premio annuale Università della Pace” fin dalla prima edizione di “Parole fra Continenti”. Tra i premiati alcuni eccezionali servitori di pace: Igor Man, Mons. Elias Chacour, Dominique La Pierre, Suor Eugenia Bonetti, Prof. Zamagni, Suor Elvira Petrozzi;

 

Inoltre, dal 2009, promuove un Progetto in Tanzania denominato “Cibo sano è salute” che ha lo scopo di combattere la malnutrizione, soprattutto infantile, mediante:

 

  1. seminari nutrizionali per operatori sanitari di villaggio ed ostetriche che trasmetteranno direttamente alla gente dei villaggi quanto imparato.
  2. creazione di prodotti alimentari speciali, come creme alimentari e miscugli di farine, studiati per la prevenzione della malnutrizione e di altre malattie.
  3. clinica mobile nei villaggi per la cura e la prevenzione delle forme di malnutrizione sia dei bambini che delle donne gravide ed in allattamento.

 

Responsabile del Progetto è stato il dott. Roberto Rosazza che con la moglie Anna Cesareo (volontari storici della LVIA in Tanzania) è stato l’anima dell’iniziativa ed ha continuato – anche dall’Italia – a seguire il progetto, con missioni lunghe semestrali. Purtroppo il dott. Rosazza è mancato improvvisamente a settembre 2020: da allora alla guida dell’Associazione lo sostituisce la moglie Anna Cesareo.

 

In collaborazione con l’Università della Pace, Roberto ed Anna, sacrificando lavoro e famiglia, grazie solo ad offerte provenienti da privati ed alle loro economie, hanno fatto un’opera eccezionale in 22 villaggi, in un’area di più di 200 km, raggiunti con una clinica mobile. E’ stato necessario spostarsi nei villaggi perché per le madri raggiungere una struttura sanitaria voleva dire abbandonare i propri figli. 

Nei villaggi del distretto di Kongwa, all’inizio del progetto, la mortalità dei bambini era il doppio del resto della Tanzania.

Per provare a combattere questa piaga i due volontari hanno pensato che fosse necessario creare nuovi prodotti aventi caratteristiche nutrizionali mirate e specifiche per la malnutrizione.

I prodotti da loro ideati vanno dai miscugli alimentari di semplice preparazione (multi-mix) che dopo dimostrazioni in loco, semplici e ripetute periodicamente, sono entrati a far parte del bagaglio culturale delle mamme dei villaggi, a preparazioni più complesse quali la crema karasali (a base di frutto del baobab, sesamo, arachidi e miele), adatte a situazioni patologiche di malnutrizione accertata e utilizzate anche come sussidi nutrizionali per i malati cronici.

A Kongwa l’Università Internazionale della Pace ha realizzato le costruzioni per il centro di formazione degli animatori sanitari, il laboratorio per la preparazione degli alimenti (ultimato in base a tutti i requisiti previsti dalla legge tanzaniana e generosamente finanziato da donatori privati) e la piccola cooperativa KI.BO.KO. costituita esclusivamente da personale locale, attiva ormai da diversi anni. 

Uno dei lavori più accurati e capillari è stata comunque la formazione degli Operatori Sanitari di villaggio: personale volontario (solo il rimborso spese del viaggio ed un buono pasto) che segue i villaggi loro assegnati, controllando e segnalando i bambini che hanno necessità di cura. Due volte l’anno, i nostri volontari hanno effettuato dei corsi di formazione, perfezionamento, aggiornamento a tutto il personale sanitario, che in questo modo è stato in grado di seguire il progetto per tutto l’anno.

Attualmente in Italia l’Università Internazionale della Pace collabora con la Diocesi di Cuneo e Cooperative per l’opera di sensibilizzazione sui problemi della Pace e della solidarietà.

Organizza, con la Commissione Giustizia e Pace, la Carovana della Pace, seminari vari, e con la Cooperativa “Con voi, insieme a Voi” cura il progetto “Cittadinanza”.

L’Associazione segue il Progetto Tanzania, il Progetto Cittadinanza, Seminari e manifestazioni, opera di sensibilizzazione e ricerca fondi, il sito dell’Associazione e la segreteria e contabilità.

 

Don Aldo Benevelli

Fondatore dell'Università Internazionale della Pace - Giorgio La Pira

 

Nato a Monforte d’Alba (CN) il 29.12.1923

Dirigente gruppi GIAC (Gioventù Italiana Azione Cattolica) Parrocchia S.Cuore e Centro Diocesano Azione Cattolica Cuneo.

 

Dopo il 26 luglio 1943 partecipa ai primi incontri con i membri dei ricomparsi partiti democratici e con alcuni amici universitari, promuove un primo gruppo di studi sociali, che riprenderà nel dopoguerra con il nome di “Centro Studi Sociali don Cesare Stoppa”

 

L’8 settembre 1943 con lo sfascio della IV armata si incontra con gli stessi amici dell’Azione Cattolica per l’organizzazione di una immediata opposizione all’invasore. 

 

Nella prima quindicina del mese di settembre viene aggredito e arrestato da uno dei primi reparti (ancora senza divisa) neo fascisti e scaricato al loro Comando (corso IV Novembre ex GIL, attuale Istituto S.Grandis) Il Seniore De Martini invita con un lungo colloquio ad aderire al nuovo corso e ottiene un netto rifiuto, nonostante le minacce.

Schedato come elemento sovversivo entra subito in contatto con la nascente realtà della Resistenza cuneese; Giacosa e Donadei gli affideranno la responsabilità del Servizio X delle Divisioni R. (Rinnovamento) comandate dal Capitano Piero Cosa e dall’Avv. Dino Giacosa (Commissario).

 

Il 19 settembre 1943, alle ore 17, si trova a Boves a cercare e raccogliere i feriti e le salme della ventina di assassinati nella prima rappresaglia nazista.

La Sichereit Diens della Gestapo, dopo vari interventi falliti, lo arresteranno grazie alla soffiata di un agente del controspionaggio. 

Subirà la sorte degli interrogatori inumani riservati da SS e brigate nere dell’UPI fino alla liberazione.

Nell’ultima trattativa e nel disperato esodo o fuga degli uni e degli altri sfuggirà alla eliminazione – unico superstite – e parteciperà alla presa della città, colpito da raffiche tedesche, ferito e ricoverato.

 

Il 25 agosto 1945 parteciperà alla uscita del primo numero del Settimanale Cuneese “La Guida“ e da allora farà parte dell’équipe del settimanale, anche come Vice Direttore Responsabile.

 

L’esperienza della violenza e dell’odio maturano la sua vocazione. Il 27 giugno 1948: E’ ordinato sacerdote e ad ottobre comincia l’insegnamento prima all’Istituto Bonelli, poi all’Istituto Grandis a Cuneo; è vice direttore della GIAC.

 E’ nominato Segretario dell’allora Vescovo di Cuneo, Mons. Tonetti fino alla morte di quest’ultimo.

 

Nel 1954 sarà nominato Direttore della Pontificia Opera Assistenza, O.D.A. di Cuneo e del Patronato ONARMO e nel 1971 inizierà nella Diocesi di Cuneo, come Delegato diocesano, la  Caritas Diocesana, fino  1984. 

Negli anni ’80 sarà anche rappresentante Regionale della Caritas Italiana.

 

Gli anni ’60 sono gli anni della grande immigrazione dal Sud. Nel suo ufficio della P.O.A. fanno la fila decine e decine di persone che chiedono aiuto: cercano lavoro, casa, aiuti materiali per il primo periodo dopo l’arrivo. A tutti cercherà di dare una risposta e, ancora adesso, alla terza generazione di immigrati, i suoi “ragazzi “ lo fermano per strada e ricordano chi ha trovato loro un lavoro, la casa.

 

Oltre a svolgere attività sociale presso le carceri di Cuneo e Fossano ed instaurare corsi di alfabetismo per i detenuti, promuoverà scuole serali per lavoratori (titolo scuola media e poi diploma geometra, ragionieri, periti, maestre d’asilo); la prima “Casa dell’operaio” che, oltre a dare ospitalità e vitto ai giovani operai venuti da fuori città, cercava di dar loro la prima istruzione; il Centro Immigrati del Sud, e Cooperativa Costruzione, oltre al primo spaccio in Cuneo di generi alimentari gestito dai soci; la mensa degli operai, Colonie montane e poi marine (Borghetto S.Spirito, Albenga, Ceriale, Pietra Ligure, Pietraporzio) gestione di Casa per ferie per lavoratori (Certosa di Pesio, Moiola, Ceriale)

 

Con la collaborazione dei Parroci delle vallate alpine inizierà i primi servizi di assistenza sociale – forniti da assistenti sociali ONARMO – presso le Parrocchie ed in accordo con il Presidente dell’Unione Industriale e i Direttori delle prime fabbriche inizierà il servizio di assistenza sociale in fabbrica ed il servizio dei “Cappellani del Lavoro”  sarà egli stesso, per una ventina d’anni, Cappellano del Lavoro delle Ferrovie dello Stato di Cuneo.

(la cappella N.Signora del Lavoro allestita già dagli anni ’60  e presso cui opera ancora attualmente è ancora chiamata “Cappella dei Ferrovieri)

 

Nel gennaio 1966, dopo una prima esperienza di aiuto ai lavoratori italiani in Francia, avvierà in Italia uno dei primissimi organi di Cooperazione Internazionale con i Paesi in via di  Sviluppo e fonderà l’Associazione L.V.I.A. (Associazione Internazionale Volontari Laici). Sarà uno dei promotori della prima Legge sulle ONG.

 

Nel 1980 per affrontare ed approfondire la drammatica situazione della formazione ai problemi del terzo mondo fonderà a Milano L’Università Internazionale della Pace “Giorgio La Pira” in collaborazione e scambi con analoghi Istituti in Spagna, Svizzera, Francia e Malta.

 

Nella L.V.I.A. espanderà interventi e progetti in una dozzina di Paesi, in Sdu America (Bolivia e Haiti), in Africa e nell’ Est post-bolscevico (Albania, Kossovo, Montenegro)

 

E’ responsabile della Commissione Diocesana Giustizia e Pace.

 

Ha collaborato a richiesta, con numerose riviste, settimanali e quotidiani con saggi su problematiche sociali, politiche e culturali.

 


Dr. Roberto Rosazza e Anna Cesareo

Fondatori del progetto malnutrizione infantile a Kongwa (Tanzania)

Roberto Rosazza, nato a Roma nel 1957, si è laureato in medicina a Torino nel 1983, e ha scelto di offrire la sua attività professionale nel volontariato: è entrato nell’Associazione di Cooperazione Internazionale L.V.I.A. già nel 1984.

 

In tale anno l’associazione ha ricevuto dal ministero italiano, l’approvazione ad un progetto in Tanzania e Roberto è stato assegnato al progetto multisettoriale di Kongwa, nel ruolo di coordinatore e responsabile del progetto sanitario.

 

Per prepararsi alla missione ha seguito alcuni corsi di formazione.

A Cuneo, sede dell’associazione, ha partecipato alla formazione sulla formazione dei volontari in partenza, sull’ascolto e sulle modalità di interazione con la popolazione destinataria.

 

Mentre per il corso di medicina tropicale - articolato in due sessioni - ha frequentato a Torino la componente teorica, ed in Kenya la parte pratica.

 

Ha quindi completato la preparazione direttamente in Tanzania, seguendo alcuni corsi sul territorio di Community Health, abbinati allo studio della lingua locale: il Kiswahili. 

 

Anna Cesareo, nata a Teana (Pz) nel 1954, ha conseguito il diploma di infermiera professionale nel 1982.

 

Il suo desiderio era di svolgere un lavoro nel suo ambito, così ha deciso di aderire ad una iniziativa di volontariato all’estero, che avrebbe soddisfatto anche il suo desiderio di avventura.

 

Anche lei, 1983, ha scelto l’Associazione di Cooperazione Internazionale L.V.I.A. ed stata assegnata al progetto multisettoriale di Kongwa, di cui Roberto era il coordinatore: da qui è iniziata la loro collaborazione.

 

Per la sua preparazione alla missione ha seguito anche lei il corso di medicina tropicale organizzato e tenuto presso l’Università della Pace, con tirocinio in Kenya (Tigania Hospital) e ha partecipato ad alcuni workshops tenuti da AMREF a Nairobi e a Mvumi per gli approfondimenti sulla medicina di territorio (Community Health).

 

L’esperienza africana di Roberto ed Anna ha quindi inizio nel 1985 nell’ambito del Kongwa Project (in carico all’associazione di volontariato L.V. I. A.) che prevedeva attività nei settori acqua, sanità e agricoltura nel sotto distretto di Kongwa (50 villaggi per una popolazione di circa 170.000 persone) all’estremo orientale della regione di Dodoma.

 

Il periodo iniziale serve loro per acquisire nuove conoscenze degli usi e costumi della popolazione locale (tribù Gogo e Kaguru) e dei problemi igienico-sanitari della zona.

 

L’esperienza sul campo così interessante coincide con l’inizio del loro percorso insieme, come coppia, ed entrambi si appassionano al progetto da loro ideato: i risultati richiedevano del tempo per intravvederne i risultati, ma poiché Kongwa era diventata casa, è sembrato loro naturale decidere di vivere e creare la loro famiglia proprio lì.

 

Avevano già intuito il ruolo significativo della malnutrizione infantile, sia come substrato facilitante il diffondersi di molte patologie, sia nel rendere gravi e a volte con esito letale il decorso delle stesse, decisero così di potenziare le attività di studio, educazione sanitaria, prevenzione e terapia della malnutrizione nei villaggi, con l’obiettivo di trovare un valido approccio al problema della salute infantile.

 

Visitarono altri programmi sanitari di lotta alla malnutrizione già presenti in Tanzania e realizzarono una ricerca sugli usi e costumi collegati alla malnutrizione infantile nella loro area di intervento: dieta delle gravide, allattamento, diete infantili nelle varie età, alimenti reperibili nei vari periodi dell’anno e loro valore dietetico, ecc.

 

Nei villaggi dell’area assegnata al progetto avviarono anche una raccolta specifica dei dati nutrizionali, che divenne la base di partenza per l’avvio di uno specifico e innovativo programma nutrizionale contro la malnutrizione infantile.

 

Negli anni seguenti si intensificano le loro attività di progetto, la loro collaborazione diviene sempre più proficua, grazie ad una suddivisione dei compiti: Anna si occupa prevalentemente della salute delle mamme e dei bambini, cioè della clinica materno infantile, e della nutrizione, mentre Roberto, come coordinatore del programma sanitario, si occupa di igiene (costruzioni di pitlatrin), cura dei malati, insegnamento.

 

Anche la loro vita insieme si consolida: si sposano e hanno tre figlie.

 

Seguono il progetto fino al 1996, anno in cui decidono di rientrare in Italia.

 

Nel 2004, cioè otto anni dopo il rientro in Italia di Roberto ed Anna, il progetto sanitario Kongwa Project dell’L.V.I.A. viene concluso. 

 

Durante la permanenza in Italia, Roberto ed Anna hanno comunque continuato a pensare alla malnutrizione e al progetto di Kongwa. Si dedicano a studi e approfondimenti e portano avanti ricerche nutrizionali; si convincono sempre di più dell’importanza, per migliorare il modo stabile e duraturo le condizioni di salute, di intervenire in modo appropriato sull’alimentazione, correggendo le carenze nutrizionali, specie delle fasce più deboli, quali i bambini sotto i 5 anni, le donne gravide e in allattamento e i malati.

 

Nel 2006 decidono di tornare in Tanzania e di avviare un loro nuovo programma nutrizionale grazie all’aiuto dell’associazione Università Internazionale della Pace ed in particolare del suo presidente Don Aldo Benevelli, in collaborazione la ONG tanzaniana Ufundiko, rientrano a Kongwa.

 

Durante i 10 anni della loro assenza (1996/2006) il sotto-distretto di Kongwa era diventato distretto, con nuovi uffici per le varie autorità amministrative e tecniche, il numero dei villaggi e la popolazione erano aumentati e il vecchio centro di salute governativo della cittadina di Kongwa era diventato un piccolo ospedale fornito anche anche di sala operatoria.

 

Nei colloqui con le autorità sanitarie e nelle visite ai villaggi, effettuati al loro rientro a Kongwa per ambientarsi dopo gli anni di assenza, hanno scoperto che grazie al nuovo ospedale e ai dispensari costruiti in molti villaggi, la situazione era migliorata nella gestione delle emergenze, ma esisteva ancora e non era migliorata la vulnerabilità della popolazione alle malattie endemiche (diarrea, broncopolmoniti, malaria) con prognosi a volte letali, in particolare nei bambini.

 

Roberto ed Anna accettano quindi volentieri la richiesta del medico capo del distretto di Kongwa e delle autorità di molti villaggi, di riprendere la clinica mobile nutrizionale, associandola ad un centro di ricerca nutrizionale, dove studiare e preparare nuove soluzioni nutrizionali, partendo da alimenti reperibili in loco, adatti alle forme di malnutrizione e agli usi, costumi e gusti della popolazione locale.

Oltre ad aver riattivato la collaudata equipe di infermieri, fu di essenziale importanza riallacciare la collaborazione con gli operatori sanitari con i quali avevano iniziato a collaborare nel 1985 e aggiornare la loro preparazione con una serie di seminari medico-nutrizionali periodici.

 

I tre pilastri del nuovo progetto erano definiti: clinica mobile nutrizionale, centro di ricerca nutrizionale e seminari medico-nutrizionali periodici.

 

Il progetto si chiamerà «Chakula Bora ni Afya»  ossia  «Cibo sano è salute» .

 

Ad oggi il progetto è ancora attivo, nonostante siano mancati entrambi i fondatori: Don Aldo e Roberto.

 

In particolare, nel 2020 Anna ha sostituito Roberto alla presidenza dell’associazione Università Internazionale della Pace e con l’aiuto dei volontari “storici” e di nuovi volontari sta portando avanti il progetto, in collaborazione con il team tanzaniano che ha continuato a occuparsi delle attività, anche in assenza di missioni dall’Italia, ad es. nel periodo covid.

 

In tutti questi anni, grazie al sostegno di diversi benefattori privati, il progetto ha continuato e continuerà finché sarà possibile, ad aiutare i bambini dei villaggi nel distretto di Kongwa in Tanzania.

 

Lettera di Pier Giovanni per il lutto di Roberto Rosazza